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mercoledì 15 aprile 2015

Operaio indonesiano, malato mentale, decapitato in Arabia Saudita

 

Siti Zainab Binti Duhri Rupa, l'esecuzione martedì, dopo essere stato nel braccio della morte da oltre 15 anni............
By Jakarta Globe on 10:41 am Apr 15, 2015

Un lavoratore migrante indonesiano, pronto ad essere inviato, in Arabia Saudita, si copre il volto nel corso di un'ispezione, da parte della polizia a Bekasi, West Java, Indonesia,foto scattata il 22 giugno 2011. (Foto EPA / Mast Irham)


Jakarta. Il governo indonesiano, "dicendo che ha fatto il possibile per impedire l'esecuzione di una donna indonesiana, forse malata di mente, in Arabia Saudita", si rammarica del fatto che la decapitazione è stata eseguita martedì, senza nessuna comunicazione alla famiglia.

Siti Zaenab Binti Duhri Rupa è stata giustiziata, dopo essere stata, nel braccio della morte, da oltre 15 anni, per aver ucciso il suo capo, dopo aver subito "abusi" ripetutamente.

"Abbiamo fatto tutto il possibile per liberare Siti Zaenab", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Arrmanatha Nasir,ai giornalisti, martedì.

Arrmanatha ha detto, che il ministro degli Esteri Retno Marsudi, aveva chiesto alla famiglia della donna uccisa, di perdonare il lavoratore indonesiano e un comunicato stampa, sul sito web del ministero, ha detto che il presidente Joko Widodo, così come i suoi predecessori, Susilo Bambang Yudhoyono e Abdurrahman Wahid, avevano inviato lettere, al re saudita, a richiesta di clemenza.

In Arabia Saudita, una condanna a morte, può essere comunicata alla famiglia della condannata, SOLO se la famiglia della vittima, perdona il suo assassino.

Siti Zaenab, nata a Madura nel 1968, è stato condannata a morte nel 1999.
Amnesty International, ha dichiarato, in un comunicato stampa, che Siti Zaenab è stata segnalata per aver accoltellato il suo datore di lavoro 18 volte, dopo essere stata maltrattata dal figlio del datore di lavoro. Durante l'interrogatorio ha confessato,quanto scritto prima, ma i rapporti della polizia,scrivono "che probabilmente soffriva di malattia mentale".
"Imporre la pena di morte e l'esecuzione di una persona con una sospetta malattia mentale, è una fondamentale mancanza di umanità," Philip Luther, Amnesty Medio Oriente e Nord Africa direttore del programma, ha detto nel comunicato stampa. "Questa pratica è stata ampiamente condannata sulla scena mondiale e l'Arabia Saudita dovrebbe cogliere l'occasione per riconsiderare la sua posizione sulla pena di morte."
Amnesty, dice che l' Arabia Saudita è tra i primi cinque carnefici del mondo, dopo aver giustiziato almeno 60 persone finora questo anno, la maggior parte di loro, per decapitazione. Il paese ha effettuato 90 esecuzioni l'anno scorso.
 
"L' Arabia Saudita,solo per il fatto che nel regno,ci sia la pena di morte,dovrebbe essere ora condannata internazionalmente. Le autorità del regno, deve fermare queste balorde esecuzioni e stabilire una moratoria ufficiale sull'uso della pena di morte ", ha detto Luther.

Il governo di Joko è stato sotto il fuoco dei media, negli ultimi mesi, per le future esecuzioni di detenuti tossicodipendenti, nel braccio della morte, la maggior parte dei quali, cittadini stranieri.
 
E aggiungo io,se la pena di morte ci deve essere, perchè non applicarla a chi ,per corruzione,deliberatamente, ruba alla povera gente?Non è sufficiente, mandarli in prigione per 20 anni,comodi nelle loro celle, con la tv a colori(pagando si ottiene tutto....),perchè non mandarli,esempio,ad eseguire lavori socialmente utili,come ripristinare le strade,enti pubblici etc,quindi farli lavorare sotto il sole cocente???????   LAVORI FORZATI,  l'US lo ha insegnato. La CORRUZIONE, si debella, SOLO, con deterrenti estremamente forti.